Il
desiderio di genitorialità di una coppia, l’impossibilità di
avere figli in modo naturale, i tentativi falliti di procreazione
assistita fino ad arrivare alla scelta dell’affido “non
dell’adozione...l’idea di aiutare un bambino e la sua famiglia ci
sembrava sensata e utile”.
R.,
mamma affidataria della piccolissima O. da soli 17 giorni, ci
racconta la loro storia.
“Io
e mio marito da quando ci siamo conosciuti eravamo al corrente di
dover combattere per poter avere un bambino.
L'amore
che ci legava e continua a legarci ci ha fatto superare ogni
ostacolo, abbiamo affrontato quattro tentativi di procreazione
medicalmente assistita di cui al primo tentativo rimasi subito
incinta. La felicità era alle stelle e la decisione che qualsiasi
problema avesse potuto avere lo avremmo tenuto...purtroppo al terzo
mese ci siamo sentiti dire ‘il cuore ha smesso di battere’ per
una patologia incompatibile con la vita: il mondo ci è crollato
addosso, la nostra vita si è fermata in quel momento.
Piano
piano con il tempo, ma soprattutto mano nella mano, ci siamo rialzati
e abbiamo ricominciato gli altri tentativi, altri tre, ma non sono
andati come speravamo. Al quarto tentativo, quando abbiamo visto il
test negativo, in quel momento, abbiamo deciso che il nostro percorso
di pma poteva terminare lì.
Abbiamo
ripreso la nostra vita cominciando a pensare all’affido, non so
perché non all’adozione, l’idea di aiutare un bambino e la sua
famiglia ci sembrava sensata e utile.
Feci
delle ricerche tramite internet e leggendo recensioni abbiamo trovato
l’associazione M’aMa-Dalla Parte dei Bambini, La Rete delle
MammeMatte, dove la prima cosa che mi colpì è stato leggere di
persone che parlavano della schiettezza con il quale
quest’associazione si rivolgeva alle coppie che chiedevano
informazioni.
Fui
informata di un corso in partenza ad aprile 2022 di preparazione
all’affido e decidemmo di iscriverci subito. La prima giornata di
corso era di un incontro conoscitivo tramite videochiamata con il
quale abbiamo avuto il piacere di conoscere Emilia Russo, presidente
dell’associazione, ci siamo accorti subito che quel sentito dire
era realtà perché loro spiegano realmente cos’è l’affido e a
che cosa si sta andando incontro, in quella videochiamata si parlò
dell’esistenza di una bambina con patologia metabolica che aveva 18
mesi, io feci subito la battuta: ‘non possiamo prenderla prima di
finire il corso?’ lei mi disse subito di no, anche perché dopo il
corso ci saremmo dovuti interfacciare con i servizi sociali di zona.
Ci
furono degli altri incontri dove abbiamo avuto il piacere di
conoscere Karin Falconi, vicepresidente dell’associazione, anche
lei ci ha aiutato, supportato e sopportato durante tutto il corso.
Al
termine del corso avevamo le idee molto chiare e decidemmo di
metterci subito in contatto con i servizi sociali, ci diedero
appuntamento la settimana successiva...una vera gioia! Facemmo
diversi incontri con assistente sociale e psicologi fino al giorno
che ci dissero ‘siete idonei, vi iscriviamo al registro dei
genitori affidatari’, non potevamo crederci!
Mi
risuonava sempre in testa quella bimba di cui avevamo parlato, decido
di mandare un messaggio ad Emilia per chiedere se fosse già stata
affidata ma per nostra gioia era ancora lì...forse ad aspettare
noi...chi lo sa?
Da
quel giorno ci siamo messi in moto con servizi sociali grazie
all’aiuto di Emilia, i giorni passavano e l’ansia cresceva...(ed
io tormentavo Emilia hahah per capire se c’era qualche novità).
Intanto
continuavano le videochiamate con gli assistenti sociali, psicologi
che seguivano la piccola perché giustamente volevano conoscerci per
capire se fossimo idonei per lei...
Arrivato
il giorno dell’ultima videochiamata dove eravamo tutti presenti ci
diedero l’ok per andarla a conoscere, eravamo noi quelli ‘giusti’,
ci stavano preparando tutta la documentazione per poterla accogliere.
Partimmo
il giorno successivo per fare un semplice week end e da quel giorno
ci siamo innamorati ancora di più.
La
domenica tornammo a casa con le lacrime perché non avremmo più
voluto lasciarla ma dovevamo tornare per sistemare le ultime cose
prima di affrontare un periodo con lei in casa famiglia.
Il
martedì successivo ero già sul treno per andare dalla piccola
perché dovevo imparare a gestire i suoi bisogni.
Nella
casa famiglia ho trovato delle persone meravigliose che ci hanno
fatto sentire a casa e facenti parte della loro ‘pazza famiglia’,
per noi ormai una seconda famiglia, inoltre ci hanno aiutato a
comprendere e gestire la Principessa.
Dopo
qualche giorno è arrivato mio marito e siamo rimasti fino a quando
non è arrivato l’ok del tribunale.
Eravamo
ufficialmente i genitori affidatari!
Oggi
sono 17 giorni che è a casa con noi, riempie le nostre giornate e i
nostri cuori di tanto amore.
Possiamo
finalmente annunciare che grazie alle MammeMatte siamo genitori
affidatari di una bimba meravigliosa e non smetteremo mai di
ringraziarle abbastanza.
Emilia
e Karin siete delle persone meravigliose e grazie di cuore per tutto
quello che fate! Difficile trovare delle associazioni con questa
serietà, soprattutto per bambini con bisogni speciali…”
R.,
Orgogliosa di essere una MammaMatta