by Kinnt
Sono
proprio le mamme single affidatarie
a individuare, spesso per prime, un comportamento “troppo remissivo” del
piccolo in affido familiare.
Un
atteggiamento che comunemente, ai genitori affidatari e non, può passare inosservato o, addirittura, motivo
di approvazione.
Invece
è un sintomo della paura di abbandono.
Vediamo
come puoi aiutare il piccolo a superarlo.
Immagino
ormai tu sappia che, la doppia appartenenza del piccolo nella sua esperienza di affido familiare,
susciti in lui sentimenti contrastanti: rabbia, senso di colpa, diffidenza, compiacenza.
Insomma:
si sente di essere un figlio a metà, e come tale è disorientato, impaurito.
Così,
per timore che tu non lo voglia accettare, soddisfa ogni tua aspettativa mostrandosi
come “il bambino perfetto”,
diligente, buono e servizievole.
Sicuro
di doversi guadagnare il tuo amore, mette in atto un estremo tentativo di iper-adattamento.
Incatenato
in questa situazione lo vedrai vivere nel costante timore di combinare guai, lasciandosi
andare alla frustrazione e all’angoscia se dovesse malauguratamente incorrere
in qualche errore.
E
se dovesse succedere cercherà di nasconderlo mentendo: preferirà le bugie alla paura
di essere ripudiato e respinto.
A
questo punto cosa puoi fare -specie se sei tra le mamme single affidatarie- se
ti scontri con questo atteggiamento durante il tuo affido familiare?
Innanzitutto
sii consapevole di questo suo comportamento.
Con
gli occhi dell’amore e della tenerezza osserva il
tuo piccolo: non è così “perfettino” e conciliante come vuole sembrare.
La
sua è solo una maschera, funzionale a farlo sentire più sicuro: quindi abbi
cura di fargliela scivolare via piano piano, senza traumi.
Con
tanta pazienza aiutalo a capire che il tuo amore è incondizionato e lo accetti
per quello che è.
Lo
ami quando fa una marachella, come quando porta un buon voto da scuola.
Fallo
sentire a proprio agio qualsiasi cosa faccia e forte del legame con te.
Uno
strumento da utilizzare è il gioco
(individuale o di gruppo) attraverso cui può esprimere liberamente le sue paure
e frustrazioni.
Oppure
puoi ricorrere al disegno, all’uso dei colori,
come alle costruzioni.
Anche
le favole raccontate (o inventate)
da lui possono essere strategiche.
E
devo dire, per esperienza, che i genitori affidatari sono bravissimi
a dar voce alle emozioni del proprio piccolo, e a far sì che lui stesso impari
a farlo.
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