“Ambasciator
non porta pena” (le MammeMatte piccioni viaggiatori di storie
inascoltate, felici e meno felici).
M’aMa-Dalla
Parte dei Bambini dopo aver appurato la veridicità della fonte,
s’impegna a recapitare il messaggio ricevuto all’indirizzo email
mamadallapartedeibambini@gmail.com ai Tribunali per i Minorenni e ai Servizi sociali di tutto il
territorio nazionale e, per conoscenza, alle altre realtà
associative. L’anonimato della fonte è mantenuto solo per
garantire la privacy del minore.
La
Rubrica raccoglie “posta mai recapitata”, ovvero tutto ciò che
singoli genitori affidatari e/o adottivi non hanno avuto occasione di
dire al proprio Giudice di riferimento.
"Dicembre 2017. Solita mattina al lavoro. Intervallo. Squilla il telefono...
Caro Giudice, eri
tu che mi chiamavi per chiedere se io e mio marito fossimo
disponibili ad accogliere una neonata affetta da una sindrome
genetica.
Chiusi
il telefono, le gambe non mi reggevano. Chiamai subito mio marito. Ti
ricontattammo per dirti di sì e ci fissasti il primo colloquio in
Tribunale per i minorenni.
Ricordo
che per tutto il viaggio non chiusi occhio per l’euforia. Arrivò
il momento di conoscerci. Dopo il colloquio ci salutammo con la
promessa che ci saremmo rivisti presto.
Caro
Giudice, ancora oggi io mi chiedo cosa significhi per te la parola
“presto” visto che la nostra piccola, che al momento del
nostro incontro aveva appena quattro mesi, ha dovuto trascorrere
ulteriori tre mesi in comunità, lontana dall’affetto e dal calore
di una vera famiglia.
Caro
Giudice, noi ti dovremmo essere grati per averci dato la possibilità
di diventare genitori, però, ti prego, lasciamelo proprio dire:
in tutto il periodo di affidamento preadottivo ci siamo sentiti
davvero soli ed abbandonati, in balia di tutori per i quali nostra
figlia è stata solo un numero, un fascicolo da rispolverare ogni
tanto, quando e se si ricordavano.
Anche
le più ordinarie procedure per noi sono state un calvario. E nemmeno
adesso, anche se TU hai decretato la definitiva adozione di nostra
figlia, le cose non sono cambiate perché la residenza non è da
noi ed io non posso usufruire dei permessi per la 104 ogni volta che
dobbiamo portare la bambina presso l’ospedale che la tiene in cura
da quando è nata.
Caro
Giudice, ma ti rendi conto che nostra figlia ha una patologia
genetica rara e che ha bisogno di monitoraggi e cure continue e tu ci
hai lasciati soli?
Lasciamelo
proprio dire: se da una parte ti dobbiamo essere grati per averci
scelto come genitori di nostra figlia, ogni volta che si presenta un
problema mi sento davvero impotente e penso che qualcuno potrebbe
aiutarci, ma non lo fa.
I
bambini come nostra figlia hanno cominciato la loro vita già in
salita e tu, caro Giudice, non la rendi più facile”.
Una
MammaMatta
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